venerdì 25 settembre 2009

Alexander Calder quando giocare è un arte.

Calder nel suo studio a Parigi


Tra i maggiori innovatori della scultura del XX secolo, artista molto amato in America e tra i più acclamati sulla scena internazionale, Calder, ha saputo cogliere lo spirito del suo tempo e fare del movimento, del colore e dell’ironia, le componenti fondanti della sua opera.
“..Quando ero piccolo possedevo molti giocattoli, ma non ero mai soddisfatto. Ogni giorno li ingrandivo e li abbellivo aggiungendo filo di ferro, rame e altri materiali... Più tardi ho giocato con giocattoli un po’ più complicati, ricchi di meccanismi...”
I mobiles, così chiamati da Duchamp, sculture di dimensioni, forme e colori diversi, lo hanno reso famoso in tutto il mondo e hanno rivoluzionato i principi dell’arte plastica, che per secoli era stata considerata come l’opposto del movimento. Parallelamente ai mobiles, Calder ha realizzato anche numerosi stabiles, sculture statiche costituite da piastre di metallo fissate con i bulloni. Negli anni ’60 e ’70, mobiles e stabiles hanno raggiunto dimensioni monumentali.
Calder nasce da una famiglia di artisti. Suo nonno, di origine scozzese, e suo padre erano entrambi scultori accademici di impronta neoclassica, ciò nonostante lo stile di Calder è assolutamente distante dalla tradizione accademica a cui essi si rifacevano.
Si laurea nel 1919 in Ingegneria Meccanica. Dopo la laurea intraprende diversi tipi di lavoro ma sempre con scarsa soddisfazione. Decide così di diventare un artista.
Guadagna il suo primo stipendio come artista nel 1924, quando comincia a lavorare come illustratore freelance per la National Police Gazette. Nel 1925, ottiene dal giornale un biglietto per assistere a due settimane di spettacolo del circo Ringling Brothers and Barnum & Bailey. Fu disegnando i numeri del circo, con le loro rapide sequenze di eventi, che Calder cominciò a esercitare la capacità di osservazione e la fluidità di disegno che avrebbero poi sempre caratterizzatole sue opere. Calder, che ha cominciato la sua carriera come pittore, ha realizzato dipinti, disegni, gouches, giocattoli umoristici, gioielli, arazzi e oggetti domestici d’ogni tipo, libri illustrati, litografie, le automobili e gli aerei dipinti.

Nel 1926 realizza il leggendario Cirque Calder in miniatura: per lo scultore, il circo, è stata una passione durata per oltre trent’anni che lo ha portato a realizzare miniature composte da più di 50 elementi con i materiali più disparati attinti dalla quotidianità. Oggetti curiosi, quali scatole di fiammiferi, pezzi di plastica colorata, tappi di sughero, filo metallico stoffa e quant’altro sono stati trasformati dalle mani dell’artista in splendidi personaggi, animali e attrezzi curiosi di un circo immaginario e ludico. Tra gli scultori contemporanei, l’amore di Calder per la sperimentazione è senza uguali. Per le sculture mobili ha usato oggetti comuni e curiosi, quali barattoli del caffè, scatole di fiammiferi e pezzi di vetro colorato. I suoi materiali preferiti, tuttavia, erano il legno e il metallo, dipinti rigorosamente con i colori primari, rosso, giallo e blu, e di bianco o di nero.
Con le sue figure in filo di ferro, ha contributo in modo originale all’evoluzione della ritrattistica.