domenica 31 maggio 2009

Il Cerchio




Il movimento circolare è perfetto, immutabile, senza inizio né fine, né variazione; questo fa sì che esso possa rappresentare il tempo, il quale a sua volta, può essere definito come una successione continua e invariabile di istanti tutti identici gli uni agli altri.
Il cerchio può rappresentare anche il cielo, dal movimento circolare e inalterabile. Il cielo stesso diventa simbolo, il simbolo del mondo spirituale, invisibile e trascendente, ma più direttamente il cerchio simbolizza il cielo cosmico soprattutto nei suoi rapporti con la terra.

Kandinskij

Il cerchio è un punto esteso e partecipa della sua perfezione. Il punto e il cerchio hanno delle proprietà simboliche comuni: perfezione, omogeneità, assenza di distinzione o di divisione. Può anche rappresentare non più le perfezioni nascoste del punto primordiale, ma gli effetti creati; in altre parole, il mondo in quanto si distingue dal suo principio

Delaunay

Nel buddismo Zen troviamo spesso disegni di cerchi concentrici, che rappresentano l'ultima tappa del perfezionamento interiore, l'acquisizione dell'armonia dello spirito, è anche simbolo del tempo: la ruota gira. Fin dalla più remota antichità, il cerchio è servito a indicare la totalità e la perfezione e a inglobare il tempo, per misurarlo meglio; i Babilonesi lo hanno utilizzato per misurare il tempo. Nel mondo celtico ha una funzione e un valore magici. Esprime inoltre l'eterno soffio della divinità.

Un cerchio di Sole di Thierry Teneul. Val di Sella

Il sole e l'oro sono indicati con un cerchio. Nell'antichità il piano circolare è associato al culto del fuoco, degli eroi e della divinità. Jung ha mostrato che il simbolo del cerchio è un'immagine archetipica della totalità della psiche, il simbolo del Sé. In quanto forma avvolgente, un circuito chiuso, il cerchio è simbolo di protezione. Il cerchio protettore prende forma, per l'individuo, dell'anello, del braccialetto, della collana, della cintura.

sabato 9 maggio 2009

Simboli e archetipi nella scultura di A. Pomodoro

Disco Solare di A. Pomodoro e i simboli magici dei pentacoli

Nell’autunno del 2004, sul domenicale del Sole24ore, è stato pubblicato un articolo di Arnaldo Pomodoro in cui dichiarava di essere sempre stato, nell'ambito del suo lavoro, interessato ai maghi, alla magia e al mistero.

La sua carriera comincia con la lavorazione dei metalli preziosi assieme al fratello Giò.
Lo spirito alchemico dell'artista si esprime nella antica tecnica della trasformazione della materia.
La sua arte è dominata da un rigoroso spirito geometrico, per cui ogni forma ridotta all'essenzialità volumetrica, è archetipo. La sfera, il cubo, il cilindro, il cono, il parallelepipedo e altri solidi, sono nettamente tagliati e ricollocati in schiere rettilinee o circolari paragonabili alle rapide successioni delle note in una composizione musicale o ad ingranaggi di misteriosi macchinari nascosti nell'interno di massicci contenitori (globi, colonne continue, cubi, dischi) e resi parzialmente visibili dagli squarci e dai tagli che rompono le lisce superfici di questi stessi corpi.
Lo spazio esterno non esiste tutto si svolge all'interno delle pareti lisce e lucenti rotte da un sordo dolore che genera crepe, che come ferite testimoniano il disagio dell'uomo industrializzato divenuto macchina egli stesso.
Con la scultura di Pomodoro si supera l’idea di forma chiusa, di plastica definita ma anche l’atra più stimolante di forma aperta e pittorica a cui ci aveva avviato Medardo Rosso.Pentacolo. Nei trattati di magia si dà il nome di pentacolo a un sigillo magico impresso su pergamena vergine fatta con pelle di capro o inciso su metallo prezioso come l'oro o l'argento. Questi sigilli si ritiene che siano in rapporto con realtà invisibili delle quali fanno dividere i poteri. Rappresentano, captano e mobilitano ad un tempo le forze occulte.

Si incontra nelle sue opere una spinta segreta dell’inconscio rivelatrice di complessi ancestrali, di tensioni e di fughe represse, di vitalità contenute ma originarie. L’apparente freddezza rivelata dalle lucide superfici del bronzo è l’accento originale del suo linguaggio che nasconde un fuoco inconscio ed evoca i fermenti segreti della materia.
L’arte, secondo la teoria di Jung, non troverebbe, come sosteneva Freud, la sua origine nella libido, ma sarebbe espressione di emozioni che emergono da archetipi presenti in un inconscio collettivo. La creazione artistica non avrebbe perciò origine nella conflittualità dell’individuo ma sarebbe necessità autonoma dell’essere umano.
L’arte così concepita, diviene attività di rigenerazione collettiva là dove inizia il percorso di organizzazione simbolica soggettiva: con l’anima con il nostro sé, è possibile cercare un contatto attraverso il simbolo.
Il simbolo collega ciascuno al mistero del mondo e al suo stesso mistero: presenta l’enigma dell’identità e delle infinite attribuzioni di significato che può dare all’esistenza.

Manadel.Questo simbolo invoca le forze del perdono e della pace. Lo schema è quello della croce in forma a sei punte.Come il quadrato la croce rappresenta la terra.Diretta verso i quattro punti cardinali, è in primo luogo la base di tutti i simboli d'orientamento, ai diversi livelli d'esistenza dell'uomo. In essa si congiungono il cielo e la terra, si mescolano tempo e spazio. E' diffusione, emanazione ma anche raccoglimento e concentrazione.

Praticare il simbolo significa scoprirsi parte incompleta di qualcosa d’altro a cui ci si può riunire sfidando il confine che ci separa dal mondo originario delle pulsioni. All’io cosciente, dunque, è dato di ricongiungersi con l’anima sua origine, per non perdersi e non perderla.
Nelle sfere e nelle colonne corrose dai tagli che svelano il moltiplicarsi di misteriosi ingranaggi, l’artista racconta l’incontro con l’elemento tecnologico. E’ la condizione dell’uomo post-industriale divenuto macchina egli stesso ma anche l’aspirazione dialettica tra l’elevazione cosmica (raffigurata dal cerchio e dalla sfera) e il dialogo sociale con l’ambiente e la gente di tutti i ceti.
Pomodoro assume come fondamento del suo lavoro la dualità di tensioni fra il segno e la materia come espressione dell’incontro dell’io con l’altro da sé e come traduzione dell’essere nel mondo.
I miti tecnologici e fantascientifici entrano in attrito con l’uomo, con il suo livello primario, naturale del suo esistere.
L’io e l’esistenza hanno finito per rovesciare la loro funzione, la visione positiva e unitaria del mondo non può essere che falsa.

Letture Consigliate
Libro per le Sculture di Arnaldo Pomodoro, (1974) G. Mazzotta, Milano
U. Galimberti, Psiche e Techne – l’uomo nell’età della tecnica, (2003) Saggi Universale, Feltrinelli
Paul Virilio, l’Arte dell’accecamento, (2005) Raffaello Cortina Editore, Milano
Angela Vettese, Artisti si diventa, (1998) Carocci, Roma
Il Dizionario dei Simboli, (1998) Bur
Jung C.G., Il problema dell’inconscio nella psicologia moderna, (1959) Einaudi, Torino.